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Mercatini e odore di caffè in una mattina di quasi autunno

Aggiornamento: 4 gen

È un lunedì mattina di metà settembre, ormai a Bologna non c’è più quel caldo insopportabile che la rende invivibile e dalla finestra entra una piacevole arietta fresca. Di solito preferisco dormire il più possibile, stamattina però c’erano troppi rumori di cantieri e manutenzioni per poterlo fare e quindi, dopo un’alzataccia, perché non godersi questa mattina di quasi autunno?



Preparo la moca, monto il latte per il cappuccino e la cucina è invasa dall’odore del caffè. Abbiamo ancora qualche avanzo di pane fatto in casa che sovrasto di abbondante quantità di nutella. Metto un vinile di musica jazz rilassante, quelli che si ascoltano di solito nelle caffetterie e inizio a scrivere.


Penso al fine settimana che ho vissuto e mi sento ispirata. Non mi capita spesso di avere il weekend libero e, a Bologna, c’erano tantissimi eventi.

In particolare, un mercatino d’artigianato e di piante ai Giardini Margherita.

Mi piace girovagare per bancarelle e mercatini alla ricerca di creazioni caratteristiche. Oltre alle tantissime piante e fiori di tutti i vivai di Bologna e dintorni, c’erano illustratori, artigiani di gioielli, borse, portafogli, vestiti ecc.














Mentre ero persa ad ammirare l’atmosfera che si respira alle fiere, pensavo a tutte queste persone orgogliose di mostrare le proprie creazioni. L’essere umano ha necessariamente bisogno della creatività per vivere. È un bisogno ancestrale. Tutti coloro che dedicano il proprio tempo o la propria domenica a una bancarella creativa, vivono di questo, e con “vivono di questo” non intendo necessariamente che la creatività sia l’unica fonte di guadagno e quindi sostentamento, ma anche un’occasione per esercitare la nobile arte della creatività per passione.



Allo stesso tempo ammiro chi, con sacrifici, riesce a vivere solo delle proprie creazioni, ne ammiro il coraggio e la determinazione. In una società che ci spinge alla performance, alla produttività e che considera questi lavori quasi dei "lavori inutili" penso alla bellezza di chi sceglie di seguire una passione artistica. In un paese dove se scegli di studiare arte o letteratura vieni considerato il più delle volte negativamente perchè, sicuramente, non servirai al profitto di nessuna azienda e non tradurrai quello studio in qualcosa di utile ovvero un buono stipendio.


L’essere umano ha bisogno dell'arte, vive di questo, ognuno ha una parte creativa che è lì, in attesa di essere considerata.


Per anni ho represso la mia creatività, un po' per mancanza effettiva di tempo e dei tanti impegni, prima universitari e poi lavorativi, un po' per pigrizia e stanchezza. Mi sono accorta però che erano solo scuse, la creatività e l’ispirazione trovano sempre il modo di tornare in superficie.

Nel corso dei secoli artisti famosi hanno parlato dell’importanza di sentirsi creativi e di come reprimere questo bisogno provochi inconsciamente malessere. Van Gogh ad esempio dice che, reprimendola a lungo andare, si diventa schiavi del proprio modello.



Girovagando per i mercatini ho scoperto un’artista toscana che, con le sue illustrazioni, mi ha letteralmente fatto volare con la fantasia. Con il mio compagno abbiamo deciso di comprare un suo quadretto e aggiungerlo alla nostra parete artistica in cucina. È un piccolo dipinto e guardarlo mi ha ispirato. Ritrae una piccola libreria, molto probabilmente di un paesino come le Cotswolds inglesi o l’Alsazia francese. Mi piace perdermi nei dettagli, le vetrine colme di libri, l’insegna antica e lavorata, la luce soffusa, i particolari che si notano dalle finestre, le piante, le decorazioni, l'atmosfera che si respira dopo un temporale e una ragazza che arriva in bici e sta per entrare in libreria.

Ecco io non so se identificarmi di più nella libraia o nella ragazza che sta per entrare in libreria so solo che vorrei all’istante catapultarmi in quel dipinto così romantico e vivere in quella cittadina da fiaba. Ho visitato Colmar, in Alsazia, nel 2017 e spero in futuro di organizzare più viaggi di questo tipo, in paesini sperduti e particolari del mondo in cui sembra di essere in un'illustrazione della Disney.


Tutto questo per dire che se un piccolo particolare, un momento o un odore, vi ispira dei pensieri positivi, fateci caso!



Uno scrittore francese Henri Laborit dice: “Non tutte le prigioni hanno le sbarre: ve ne sono molte altre meno evidenti da cui è difficile evadere, perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l'immaginazione, fonte di creatività.”


Andiamo avanti nella nostra vita quasi come automi, forse per non deludere gli altri, ci ripetiamo che appena raggiunto quell’obiettivo poi inizieremo a fare qualcosa per noi stessi, mi laureo e poi inizio a fare questo, trovo il lavoro dei miei sogni e poi inizio, mi sistemo con la casa e poi inizio, invece l’ispirazione arriva così, di punto in bianco, e siamo noi che la ignoriamo presi da cose che reputiamo più importanti, che la società reputa più importanti, un buon lavoro, il posto fisso, la stabilità, lo stare in ufficio tutto il giorno, fare turni massacranti. Per molto tempo il posto fisso, il fare carriera, la produttività e la performance, hanno condizionato le scelte di intere generazioni.


Ora, sempre più giovani tra i Millennials e i Gen Z, vogliono fare la scelta inversa, avere tempo, rifiutando un lavoro dalle dinamiche tossiche pur di avere il tempo. La scelta ha un prezzo alto da pagare perché sicuramente “non si può campare di aria” ma viene ponderata finalmente anche in base ai propri bisogni emotivi, non siamo macchine produttive ma esseri umani che hanno bisogno di tempo libero, di creatività e d’ispirazione per sopravvivere, che sono aspetti vitali tanto quanto lo stipendio.


Sicuramente la scelta giusta da fare é guardarsi dentro.


Non troverete qui il racconto di un periodo di tristezza che poi è finito in felicità, non c’è un lieto fine che arriva così, piovuto dal cielo, c’è però la volontà tutti i giorni di trovare quel piccolo angolo di creatività e d’ispirazione anche nella frenesia del quotidiano.


Ho deciso che, quando mi va, nel blog inserirò anche questi scritti, che non sono divulgativi o informativi, semplicemente sono una trasposizione di quello che mi passa per la testa. 💌

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Ciao, mi chiamo Maria, sempre con la testa tra le nuvole o tra le pagine di un libro, amante delle atmosfere invernali e della magia in giro per il mondo.

 

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Il Ripostiglio del sottoscala

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Un luogo virtuale lontano dalla frenesia dei social, dove condivido cozy vibes e pensieri sparsi. Non so se è più lunga la lista dei posti che vorrei visitare o dei libri che vorrei leggere, l'unica certezza è che ho sempre una tazza di tè in mano. Il Ripostiglio del sottoscala, nome di ispirazione volutamente potteriano, nasce dal bisogno di fermarsi e assaporare la semplicità di un momento e di evadere dalla frenesia degli impegni quotidiani.

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